LA SCUOLA COME COMUNITA' E RISORSA PER IL TERRITORIO

Laboratorio 13 dicembre 2012

Slide e Note di spiegazione

La scuola come comunità e risorsa per il territorio from anafesto

La presentazione di giovedì 13, viene ora accompagnata da alcune note esplicative che riprendono anche le osservazioni emerse in laboratorio.


Le slide 2-3 riassumono l’ipotesi di lavoro dei laboratori.

L’obiettivo che ci prefiggiamo è progettare un’unità di apprendimento utilizzando le tecnologie e operando nel campo della Cittadinanza.
A tal fine possiamo servirci del format di progettazione che funge da pista e che useremo gradualmente, via via che procede il lavoro.

Altri strumenti utili per progettare sono le Indicazioni e il documento relativo alle Competenze Europee.


Ecco, per punti, i passaggi del discorso.

A. Che cosa significa “educare alla cittadinanza”? (slide 4/6)

Se la cittadinanza sarà il nostro campo di lavoro, vediamone il significato.
Riprendiamo quanto sottolineano le Indicazioni sul tema della cittadinanza e suggeriamo di soffermaci su un motivo ricorrente dall’infanzia a tutto il primo ciclo, che insiste sul senso degli altri, sull’importanza di imparare a prendersi cura di sé e degli altri.

E, ancora, ci pare importante che “la via privilegiata” per educare alla cittadinanza sia il recupero delle “tradizioni e delle memorie nazionali”. Ma, attenzione, si tratta di recuperare il passato per proiettarci nel futuro in termini progettuali, fattivi, propositivi.

B. Un compito di realtà (slide 7-8)

Vi proponiamo un’area di lavoro che cerca di rispondere ai paradigmi di cittadinanza rilevati (sé, gli altri, l’ambiente e le tradizioni, il progetto); essa è molto ampia ed è da ridefinire e circoscrivere in rapporto alle classi e/o ai propositi del gruppo di formazione.

Suggeriamo di pensare ad un campo di attività che coinvolge più discipline e che responsabilizza gli allievi nella realizzazione di un prodotto utile per altri; nel nostro caso per i loro coetanei stranieri, e non solo della propria classe. Il prodotto avrà una diffusione anche fuori della classe e/o della scuola.
Immaginiamo possa essere utile per sé e per gli altri indirizzare l’attenzione su aspetti culturali, storici, linguistico/comunicativi, tradizionali… della propria città, che possano essere di interesse di un ragazzino arrivato da poco a Mestre, così che si senta meno estraneo e disorientato nel luogo di inserimento.

Il prodotto potrebbe essere una guida, intesa in senso lato, mirata anche ad un solo aspetto, ad un solo settore, compatibilmente con la classe e il livello scolare degli autori/allievi.
Il prodotto potrebbe anche essere l’integrazione di più contributi diversi, curati dalle classi coinvolte nel progetto, che hanno l’occasione di accordarsi, confrontarsi, scambiarsi i materiali entro il social network Il consiglio dei ragazzi. L’ambiente diventa un’area di lavoro concreto, di produzione reale, di responsabilizzazione alla cittadinanza.

C. Perché tali scelte?

Il compagno straniero come DESTINATARIO fa sì che l’allievo possa rapportarsi con l’altro che, in qualche modo, conosce, ma anche con altri sconosciuti che avranno esigenze simili. Metaforicamente è un lente che avvicina e, al tempo stesso, proietta più lontano. In questo modo l’allievo sarà facilitato in quel processo di decentramento linguistico e prospettico che gli si chiede nella produzione testuale. Potrà mettere alla prova, nella revisione del suo testo, il passaggio di comunicazione; dovrà interrogarsi su scelte di registro e di lessico; valuterà la funzionalità di un glossarietto di aiuto, dell’uso di una parola straniera; cercherà la chiarezza comunicativa accompagnandosi con immagini e ragionando sul rapporto parole/figure…

Il PRODOTTO ipotizzato è un contenitore reale, che avrà una sua visibilità e permetterà di scrivere testi diversi: verbali, misti, multimediali; diversi anche per scopo e tipologia: descrittivi, narrativo/informativi, regolativi, argomentativi.
Il TEMA dell’ambiente cittadino permette di esprime più aspetti vicini al vissuto personale, sociale, storico/culturale. Traduce l’idea di accoglienza, di accompagnamento dello straniero; è occasione di condivisione…

L’ambiente del SOCIAL NETWORK – in cui gli allievi, se pur piccoli, possono entrare grazie alla mediazione dell’insegnante - è il luogo di lavoro, “professionale a misura di bambino”. Si entra come cittadini di un nuovo territorio, ci si presenta, si collabora, si prendono accordi sui compiti, sulle scadenze, ci si responsabilizza verso gli altri … Non si è soli nell’impresa!
Verso l’esercizio della cittadinanza.


D. Un’unità di apprendimento integrata (slide 9/15 )

Per gli insegnanti si profila la progettazione di un’unità di apprendimento integrata, che, sicuramente vede coinvolte le discipline di Italiano, Arte e Immagine, Tecnologia.
Ci soffermiamo per Italiano sulla produzione di testi, compatibilmente con il campo di lavoro scelto. Questa volta lavoriamo sullo scrivere come “prodotto” e non come “processo”. I traguardi di competenza rimangono gli stessi, cambiano gli obiettivi di apprendimento.

Nella slide dedicata, vengono riportati alcuni obiettivi (tematizzati sul nostro campo) in gradazione per evincere la continuità formativa nei livelli scolari. Sappiamo che gli obiettivi sono campi di lavoro che l’insegnante avrà cura poi di declinare in conoscenze, abilità, atteggiamenti/comportamenti adeguati alle attività nella propria classe.
L’operazione è possibile per le altre discipline coinvolte nel progetto.

Sarà interessante, in base al significato e al senso che attribuiamo al lavoro, referenziare le competenze disciplinari con le competenze chiave. Tutto in vista di valutazione e certificazione.


E. Come si lavora?

I tre laboratori segnano momenti di lavoro diversi sullo sfondo della Cittadinanza: l’identità e il contratto formativo, la ricerca e la documentazione, la produzione.
Le attività laboratoriali tradotte per gli allievi saranno esercizio della Cittadinanza mentre apprenderanno conoscenze, abilità, atteggiamenti/comportamenti disciplinari.

Gli insegnanti del corso sono invitati ad una duplice azione:
svolgere in prima persona alcune consegne come se fossero i realizzatori del progetto, così da provare, ognuno su di sé, la tenuta delle attività e l’uso delle tecnologie;
ricostruire quanto esperito ripensandolo per gli allievi della sua classe e riformulandolo in consegne per loro, con i necessari adattamenti ed arricchimenti; sono questi i passi anche della progettazione che nascerà dal fare e sarà formalizzata in itinere e alla fine.
L’unità di apprendimento, che documenterà il nostro lavoro, sarà perciò una realizzazione in progress.

L’attività in presenza troverà la sua continuità nel social network. Questo è lo spazio anche dei materiali, e pure dove teniamo il filo del discorso, e dove svilupperemo ulteriormente il nostro lavoro. Per gli insegnanti è una opportunità formativa poiché crediamo che la formazione sia anche accompagnamento, crescita e apprendimento reciproco (compresi i formatori). Siete invitati tutti a partecipare scegliendo il modo che più si confà alle vostre esigenze. Noi formatori ci saremo.


F. Che cosa fare nel primo laboratorio? (slide 16/17)

Con il primo laboratorio diventiamo cittadini del Consiglio dei ragazzi e assumiamo l’incarico del progetto. Occorre registrarci, compilando una specie di carta di identità telematica, e presentarci, ma anche tracciare la nostra identità come gruppo classe di lavoro. Il profilo non sarà uno qualsiasi, ma dovrà essere coerente con il progetto, il suo scopo. Chi siamo? Qual è la nostra classe? Verso dove ci orientiamo? Ecc.
Possiamo decidere anche un’immagine individuale, del gruppo classe e/o un logo che ci identifichi.

Anche queste ricerche e scelte potranno diventare, poi, per i nostri allievi, occasioni di attività di italiano e, specie le ultime, di arte e immagine e di uso delle tecnologie oltre che, naturalmente, di riflessione e definizione della propria identità, in generale e di cittadini del Consiglio dei ragazzi.

ROBERTA RIGO


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